"Nemmeno un giorno" di Antonio Ferrara e Guido Sgardoli
recensione dii Riccardo Rapini (2D)
Leon è un ragazzo di tredici anni, nato in Romania e adottato,
che frequenta una scuola media di Bologna.
A scuola non riesce ad integrarsi e,
nonostante i suoi genitori adottivi siano molto comprensivi con lui, ha molta
nostalgia di sua sorella, adottata in un’altra famiglia.
Un giorno decide di scappare di casa e andare
dalla sorella, così parte con pochi soldi guidando la macchina del babbo, anche
se non avrebbe l’età per farlo.
Durante il suo viaggio incontra un cane che
chiama Victor e che lo accompagna in questa sua strana avventura.
Il ragazzo guida e ascolta la musica che
piace a suo padre, ovvero i Led Zeppelin, Rolling Stones, Pink Floyd…
Già dal titolo, però, si può capire che l’avventura
non sarà molto lunga.
Il libro è avvincente e si legge benissimo,
poi sembra di sentire le musiche ascoltate da Leon in sottofondo.
E alla fine penso che forse padre non è chi ti ha fatto nascere, no. Forse padre è chi ti veste, ti dà da mangiare, ti insegna a fare le cose, ti sta accanto. Sempre e comunque. [...] Ma per fortuna ci sono padri che il figlio se lo scelgono, che vanno a cercarselo in un altro paese per aiutarlo, e anche se quel figlio combina casini e tutti lo chiamano cattivo, loro non ci credono che è cattivo e se lo tengono così com'è perché ormai è figlio loro.
Qui sotto il booktrailer del libro
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